Vini non conciati
Sono le mistelle, i vini passiti e i vini liquorosi.
Le mistelle sono mosti in cui la fermentazione è stata inibita con aggiunte notevoli di alcool e di acquavite per circa il 20% in modo che si raggiunga una gradazione alcolica di 18% vol.
I vini passiti, invece, sono ottenuti da uve bianche o nere che, per un determinato periodo di tempo, subiscono un appassimento direttamente sulla pianta oppure in ambienti chiusi ma aerati, appese o poste su graticci, stuoie o paglia come, p. es., il Recioto di Soave, il Passito di Pantelleria e il Picolit del Friuli. Una particolarità di questi vini sta nel fatto che, in alcuni di questi, oltre alla forte maturazione delle uve si ha anche l'intervento della muffa nobile (Botrytis Cinerea) la quale provoca, in particolari condizioni climatiche, notevoli trasformazioni nell'uva conferendo così al vino aromi e gusti singolari, come, p. es., i francesi Sauternes, Céron e Barsac.
I vini liquorosi, infine, si ottengono "fortificando" i mosti durante la fermentazione. Se la "fortificazione" avviene all'inizio della fermentazione, il vino risulterà molto dolce, mentre se avverrà alla fine della fermentazione il vino risulterà quasi secco. Per essere liquorosi i vini devono provenire esclusivamenti da vitigni la cui gradazione alcolometrica naturale non sia inferiore a 12%, mentre la gradazione alcolometrica totale non deve essere inferiore a 17,5%; quella effettiva, invece, non deve essere inferiore a 15% e non superiore a 22%.
L'ottenimento di un vino (liquoroso) può avvenire sia in via naturale, cioè utilizzando vitigni appropriati e rispettando il procedimento sopra descritto che in via "artificiale", cioè aggiungendo al vino semplicemente mistelle od alcool a 95° in modo tale da far sì che il vino ottenga la gradazione alcolometrica necessaria per poter essere definito vino liquoroso.
Fra i vini liquorosi in genere troviamo, p. es., la Malvasia di Bosa, la Vernaccia di San Gimignano e il Vesuvio Lacrima Crysti; tutti nella loro versione liquorosa.
Per il consumatore, però, c'è un metodo per verificare "all'istante" se il vino (liquoroso) è stato ottenuto in via naturale oppure in via artificiale; se intorno al collo della bottiglia compare la fascetta bicolore (rosa-viola) con la scritta "Vino Liquoroso" ciò significa che questo vino è stato ottenuto in via artificiale (come, p. es., il Vino della S. Messa, qui sotto descritto), mentre se la fascetta è assente significa che questo vino è stato ottenuto in via naturale, quindi è sicuramente più pregiato (come, p. es., la Malvasia delle Lipari).
Vini conciati
Per concia si intende l'apporto di alcune sostanze, ricavate dall'uva o dal mosto, che apportano al vino anche aromi e gusti specifici come, p. es., il Marsala, il Porto, lo Sherry e il Madeira.
Vini aromatizzati
L'aromatizzazione si ha per l'aggiunta, oltre allo zucchero e all'alcool, di infusioni o di estratti di erbe o di estratti di droghe particolari come, p. es., il Vermouth e il Barolo Chinato (quest' ultimo l'unico vino adatto, assieme all'Ala di Sicilia, per l' abbinamento con la cioccolata!).
Il Vino Sacramentale della S. Messa
Vi siete mai chiesti qual è il vino utilizzato nel mondo durante la S. Messa?
Per la Diocesi di Mazara del Vallo (Tp), Curia Foranea di Marsala, soltanto il vino "Ex Genimine vitis" (Vino Genuino), preparato secondo un apposito procedimento, è autorizzato al'uso durante la celebrazione della S. Messa.
Il controllo della Curia Foranea di Marsala avviene infatti nel seguente modo:
Il vino deve essere preparato soltanto con una particolare uva, deve essere di grado alcolico elevato per meglio resistere ai lunghi viaggi ed alle diversità del clima e deve poi essere invecchiato in fusti di rovere.
Il vino così ottenuto, cioè quello che viene preparato, imbottigliato e sigillato secondo i dettami del Diritto Canonico, sotto il controllo del Vicario Foraneo con l'autorizzazione vescovile, ha una gradazione alcolica di 16° ed è di tipo liquoroso.
Il controllo, infatti, viene effettuato prelevando due campioni alla presenza del Vicario Foraneo, a ciclo di lavorazione ultimato, e poi vengono sigillati il vaso vinario e le due bottiglie campione, una delle quali viene conservata presso la Curia Foranea di Marsala.
A questo punto, risultato idoneo il vino, la Ditta produttrice è autorizzata a dare corso alle richieste degli Enti Religiosi nel mondo e alla presenza del Vicario Foraneo (o di un Sacerdote Delegato), si controllano e si tolgono i sigilli del tino, si spilla il vino e si sigillano di nuovo il tino e i vari contenitori da spedire.
Infine, il Sigillo della Curia Foranea, impresso sulla bocca del contenitore, deve essere identico a quello dell'attestato cartaceo che accompagna la fattura della Ditta produttrice.
Ovviamente, data la particolarità del vino in questione, trovarlo in commercio non è facile.